Originally published in an abridged translation, 1953.
Although Lucrezia Borgia was a daughter of Pope Alexander VI and chiefly remembered as a raven-haired poisoner, Bellonci depicts a passionate woman moving uncertainly through the papal court and the intrigues, ambitions, and political chicanery that swirled about her. Winner of the Viareggio Literary Award and the Galante Prize in Italy in 1953.
Maria Villavecchia Bellonci was an Italian writer and translator especially known for her biography of Lucrezia Borgia. She and Guido Alberti set up the Premio Strega in 1947.
Maria Bellonci nasce a Roma nel 1902. Suo padre, Girolamo Vittorio Villavecchia, insegna chimica all’università ed è autore di un celebre trattato di merceologia. Da lui Maria dirà di aver appreso il rigore della ricerca scientifica. Frequenta l’Istituto del Sacro Cuore a Trinità dei Monti e il liceo Umberto I. Di questi anni, già intellettualmente vivaci, ricorderà «il senso di vita traboccante […] per il quale mi pareva d’essere chiusa in una mandorla d’immortalità».
In questa bella biografia Maria Bellonci ci restituisce una figura di Lucrezia Borgia completamente diversa da quella tramandata dall'immaginario collettivo. L'opera è interamente basata sullo studio di carte e scritti dell'epoca rinvenuti e conservati negli archivi delle città interessate dalla breve vita della protagonista. Lucrezia, dopo aver letto queste pagine, appare più vittima che "carnefice" dedita a somministrare veleni. Vittima di una società maschilista, patriarcale e misogina e di una nobiltà (e in questo caso di un clero) interessati solo a tessere trame per il mantenimento del potere. Lucrezia Borgia, figlia di Alessandro VI, rimane in qualche modo impigliata in questo ingranaggio fatto di potere e matrimoni di interesse. Nella sua breve esistenza contrarrà tre matrimoni. Avrà molti figli alcuni dei quali (quello avuto dal primo marito e un altro la cui paternità non è ancora stata accertata) dovrà abbandonare e seguire da lontano e in segreto. Si troverà, duchessa di Ferrara, a vivere una vita piuttosto triste e malinconica la cui sola evasione era ricercata all'interno dei monasteri e nelle tenute ducali lontane dalla corte; luoghi in cui riuscirà per brevi periodi a trovare una certa serenità. [...] Ma veniva la notte, ed ella restava sola: sotto il baldacchino ricamato al buio, allora si che tutte le sue ferite si aprivano a sanguinare [...], riviveva con la cara temuta ombra della sua prima vita. [...]
La miglior biografia che abbia mai letto su Lucrezia Borgia, i Borgia e il Rinascimento. A differenza di altri approfondimenti letti negli scorsi anni, uno su tutti la biografia redatta da Sarah Bradford, Maria Bellonci esplica i nodi politici, la cangiante società e le ambigue alleanze che si possono riscontrare nel Rinascimento, così che il lettore possa comprendere per bene la catena degli eventi - e non creare confusione. Non disdegna di raccontare le dinastie presenti sul suolo italico e di conseguenza possiamo conoscere per bene i Borgia, gli Este, gli Sforza, le famiglie regnanti francesi e spagnole e così via. La politica italiana del tempo è centrale e la sua resa su carta è non solo comprensibile ma colma di autorevolezza. Tra l'altro, si focalizza molto sul periodo Estense, in cui Lucrezia Borgia diviene duchessa di Ferrara, a differenza della sopracitata biografia. Oltre alla Borgia, della cui resa non sono rimasta sorpresa, essendomi già nota e, da anni, è una delle figure storiche che più mi affascinano e di cui più ho letto, è stata Maria Bellonci stessa ad affascinarmi. Trovo stupefacente come una donna, nel 1939, possa aver dato alle stampe una biografia storica frutto di anni di ricerche e basata sulle lettere custodite e, alcune, da lei stessa reinterpretate (un meraviglioso lavoro da ricercatrice ante litteram) per sovvertire la visione della realtà storica che, finora, si aveva dei Borgia. Tanto che molti cercarono di ridurlo ad un romanzo perché genere più adatto ad una donna. Questo lavoro non è un romanzo (termine che gli è valso semplicemente perché la Bellonci si arrischia a domandarsi i sentimenti provati da Lucrezia di fronte agli eventi narrati) ma un puro saggio biografico ed un lavoro di ricerca meravigliosamente ricco di fonti. Ebbene, ora voglio conoscere meglio la figura di Maria Bellonci stessa!
Del tutto diverso dal genere di libro che mi attendevo, del tutto diverso da “I Borgia” di Alexandre Dumas, questo libro ci restituisce una Lucrezia vista da vicino, anche se la Bellonci è ben attenta a non aggiungere nulla che non abbia fondamento storico documentato. Una Lucrezia lontana dalla corruzione morale che di norma le si attribuisce, attenta agli affetti familiari e capace di risollevare il capo dopo ogni tragedia. Indipendente, orgogliosa ma anche capace di fare passi indietro per amore e per calcolo. Una donna che appare estremamente moderna, in uno scenario descritto magistralmente che racconta molto di come ancora oggi è fatto questo nostro Paese.
Oggi, per caso, mi sono imbattuta nell'intelligente commento di una utente di aNobii ad un altro romanzo della Bellonci, "Rinascimento privato". Poichè tale recensione si può perfettamente adattare anche a questo, ho chiesto il permesso all'autrice di poterlo riportare qui. Gentilmente, mi è stato risposto che potevo farlo. Per cui lo faccio. :-)
Cara Maria Bellonci, finalmente ci ritroviamo alla fine di questa estenuante, prolissa e pesante avventura insieme. Cercherò di essere meno maleducata rispetto ai pensieri che ho partorito durante la lettura. Non avevo mai letto un romanzo di questa autrice e spero vivamente con tutto il mio cuore di non addentrarmi mai più in qualcosa del genere. Partendo dal fatto che le letture obbligate mi lasciano sempre un po' di amaro in bocca e che i romanzi storici non mi hanno mai ammaliata troppo, questo libro per me è stato un incubo vero e proprio. Pensavo di non riuscire nemmeno a finirlo, di voler gettare queste quasi cinquecento pagine non so dove, ma alla fine ho vinto io. Narrazione lenta - a tratti noiosa, bisogna dirlo - e stile che sembra indirettamente volerci porre una domanda retorica 'Avete visto come sono capace nello scrivere? Avete visto che gran lavoro di documentazione ho fatto?' Mai più, mai più. Concordo con tante persone che non l'hanno apprezzato.
PS: Per amor di precisione, aggiungo che, a me personalmente, i romanzi storici, in linea di massima, piacciono e che, nel mio lontano passato di studentessa, non ho mai trovato particolarmente pesanti le cosiddette “letture imposte”. Ma la Bellonci è un vero mattone sullo stomaco. Riesce a far disamorare chiunque sia della storia, sia della letteratura. Detto terra terra: due palle della madonna.
Le biografie mi sono sempre piaciute, per la passione che ho per la storia, ed anche per conoscere a fondo quei personaggi che la storia studiata a scuola ci presenta già classificati e giudicati, per farmene un’idea mia. Soprattutto mi piacciono le biografie di coloro che sono stati condannati dalla storia per pregiudizi, per equivoci o errate interpretazioni degli storiografi. Lucrezia Borgia è uno di quelli, condannata con sentenza inappellabile per il cognome che portava. Borgia era un cognome pesante alla fine del 1400, lo si intuiva già dallo stemma di famiglia, un toro dalle corna dorate, che fa pensare alla Spagna, alle corride, al sangue, alla violenza: erano stranieri venuti dal nulla, forti dell’ambizione e della sete di potere tanto che riuscirono a far salire ben due membri della famiglia sconosciuta proveniente dalla terra valenciana al soglio pontificio. L’ultimo, il più famoso, Alessandro VI, era il padre di Lucrezia e Cesare. La figlia fin dalla nascita odorò gli incensi e le cere delle candele che si consumavano nelle chiese, ascoltò le parole latine e greche delle cerimonie religiose cui giornalmente assisteva, amò il colore porpora di cui era circonfuso suo padre trasformatosi poi nel bianco candido della veste papale, crebbe e si formò nella corte papale ricolma di lussi, gemme e pietre preziose, tra nobili dame romane puttane o ruffiane, cortigiane bellissime prese come amanti dai cardinali, cortigiani nobilissimi dediti ai gozzovigli e agli intrighi, cardinali cruenti e crudeli disposti ad impugnare volentieri la spada piuttosto che le Sacre Scritture. Formatasi tra religiosità e sensualità, tra un forte senso religioso e l’amore per i lussi e le mollezze ereditato dal sangue paterno, in adorazione per il padre nella duplice veste rivestita, si capisce come Lucrezia Borgia sia cresciuta con una personalità contraddittoria, che, unitamente alla sua presenza costante nelle trame sanguinose dei suoi sanguinari parenti, ha dato adito nel tempo a creare il mito di Lucrezia l’avvelenatrice. Maria Bellonci, con un lavoro preciso di studio dei documenti ufficiali e di lettere private, in questo “saggio-biografia-romanzo corale”, ha ricostruito in modo pregevole, con approfondimento psicologico e con una scrittura intima, raffinatissima e delicata come un merletto, non solo la personalità complessa della protagonista, la cui esistenza stessa può essere suddivisa in due parti, prima e dopo la morte del padre, ma soprattutto l’epoca sua, gli anni del Rinascimento italiano, un periodo pieno di fermenti in ogni campo, sia artistico, sia culturale, sia militare, un’età in cui la raffinatezza delle corti era pari al sangue che scorreva nella nostra penisola; ancora una volta contraddittorietà, quindi, dei tempi come degli animi.
Più avvincente di Trono di spade! Sulla vita di Lucre&Family s'è detto e visto di tutto (compreso un serialtv, i Borjas!), ma questa biografia-interpretata di Bellonci ne dà una lettura a un tempo maestosa e intima. La parte che più ho amato è quella della corte romana, dorata e corrusca, dove Lucre – pur tra i lutti provocati da padre e fratello – risplende di luce propria, del sole dorato della giovinezza. A Ferrara le nebbie padane, la luce filtrata, una corte abbastanza asfittica libera solo nel potere e nelle arti, soffocano lo spirito di Lucrezia o quantomeno la narrazione che ne fa Bellonci. Che alla fine bembeggia, riducendo gli ultimi capitoli a letterine d'amore. Torna grande quando si riaffaccia a Roma, per descrivere la morte di Alessandro e la caduta di Cesare, mio amore assoluto d'infanzia grazie alla lettura de Il Duca di Rafael Sabatini. [Se vi viene il ghiribizzo di visitarne la tomba, chiesa del Corpus Domini di Ferrara, verificate gli orari di apertura che sono quantomeno bizzarri e prevedono un giorno di ferie intrasettimanale, visto che di sabato e domenica sono rigorosamente chiuse e non visitabili. A conferma che Ferrara più o meno all'epoca di Lucrezia è rimasta]
Last year I bought a boxed set of books about historical female personalities. I've already reviewed the set's biography of Mary Tudor, which I found dated and frankly misogynist. Bellonci's account of the life of Lucrezia Borgia avoids most of the misogyny but is terribly dated, perhaps not surprising since it was published in 1953. On top of the date, this book was written in Italian by an Italian for Italians, so it's full of inscrutable (to an American) references to subcultures and stereotypes of medieval, Renaissance, and modern Italy. I object to historians telling me how a person felt, or dreamed, or that their eyes "welled with tears as they dreamed of their long-lost love" or similar nonsense. Maybe it's the scientist in me, but unless they *wrote* those things - and preferably they were also recorded by another objective, reliable observer - I don't think comments like those belong in anything resembling a scholarly work. Oh, and while I'm ranting, this book seemed to be much more about Lucrezia's famous family than about her, since she vanishes for long stretches of book (twenty, thirty, forty pages) while the action moves elsewhere. Perhaps that occurrence is the most accurate summing-up of the life of a Renaissance woman - usually the action was happening offstage.
This is a reliable biography of Lucretia Borgia. (Yes, she spelled her name Lucretia, not Lucrezia.) The author accessed many primary sources—official documents, Vatican archives, contemporary letters and diaries. It is not an easy read, as there are many characters and titles to keep track of. The political alliances are complicated and keep changing. It is worth the effort, but I could have done without the detailed descriptions of wardrobes, pomp, and ceremony.
This book will surprise you if you are expecting a notorious poisoner putting arsenic and henbane into drinks right and left. Lucretia’s sinister reputation is myth, mostly guilt by association. I haven’t seen any evidence that she ever poisoned anyone. She can be faulted for aiding and abetting her brother Cesare, but what choice did she have against such a monster? She was a pawn in the power games of her father and her brother. Deep down, she was a pious fan of poetry and poets.
The Borgias are enshrouded in mystery and “the mystery is insoluble,” says Maria Bellonci. This book may not answer all your questions, but it will give you authentic glimpses into Renaissance Italy.
Enjoyably written; like getting gossip from a friend. How did the author get so many facts together? Facts as small as gifts given or what clothes were worn or how alone time was spent? How could anyone know these things? Because the author didn't just rely on historians for her info. She went to the source. She went to the Vatican and spent years reading letters. Lucrezia, her family and friends, and other people of the time, all sorts of letters and notes; some in code. This book won awards when it was published and it's easy to see why. The amount of work that went into this book is staggering.
One warning however, be sure you have a general picture of the time period and are familiar with the major players. If you go in knowing nothing, you may find the book too dense.
Come Citati, la Bellonci o la ami o la odi. Ha uno stile troppo personale, e questo potrebbe far dimenticare che è una delle più accurate storiche italiane per accuratezza e acutezza nella ricerca d'archivio, per conoscenza dell'età rinascimentale e in particolare della sua storia politica e diplomatica, e infine per valorizzazione - senza idealizzazione alcuna - delle figure femminili. Questa Lucrezia è uno dei suoi gioielli più preziosi.
Acurada i ben documentada biografia de la més famosa "filla de Papa" de la història. Bona contextualització del personatge, no és fàcil entendre les polítiques d'aliances (matrimonials... o no) dels Estats italians del Renaixement. En contrapartida, moltes pàgines sobreres, l'autora es dedica en excés (al meu entendre) a aprofundir en molts aspectes que es poden considerar anecdòtics, i fa que el relat esdevingui feixuc en moltes fases de la seva lectura.
Lucrezia, one of the most maligned Renaissance women, had her reputation smeared even centuries after her death by the likes of Victor Hugo and Donizetti. Luckily, Maria Bellonci did an excellent job, and this biography is fully based on sound research on historical sources and not on flights of fancy.
Lucrezia was the only daughter of a cardinal destined to become Pope Alexander VI. She was born at a time and place in history very different from ours. Morals were stricter on paper but looser in real life and the fact that a pope had children was certainly frowned upon, but not considered "exceptional". In fact, before and after Alexander VI there were no less than 20 other popes who had sexual relationships and children, before, during, and after having been elected.
However, her origins were an indelible stain she could not get rid of, and it certainly did not help that her brother Cesare caused much mischief during her life. Lucrezia was at most a pawn in her father's and brother's scheme to dominate central Italy, at the time divided into countless city-states. Her first marriage, arranged when she was only 13 was annulled on the ground of the impotence of her husband, a member of the powerful Sforza family, who started a smearing campaign stating that Lucrezia had slept with her father.
Her second marriage with Alfonso of Aragon was also a tentative politic alliance with the kingdom of Naples and in this case, the end was tragic rather than a farce because her husband was allegedly killed by an assassin sent by Cesare, once Alfonso was not useful anymore.
At that stage, Lucrezia was considerably shaken and distressed and even refused some marriage proposals because "her husbands were very unfortunate". But Alexander VI pushed to have her married to Alfonso from the Este family, pursuing his politics of expansion in central Italy, and Lucrezia left Rome, maybe with relief to get far from her troublesome relatives.
As Duchess of Ferrara she had a scandal-free tenure and a total of two love stories, with poet Bembo and nobleman Francesco Gonzaga. Add to this the alleged affair with a page named Pedro in-between first and second marriage and the number of partners of this vixen totals 5 (or 6 with the first husband included).
Exactly how many men and/or lovers did Lucrezia poison? The grand total of zero. Apart from the legend of her being a murderess, much has been written about her loose morals and her having slept not only with her father but also with her brother(s). For women, sin is always linked with sex, while for men it was normal to be promiscuous, getting regularly infected by syphilis and often dying from it. Lucrezia's own husband was sick with what was called the French disease, as her brother Cesare was, while Francesco Gonzaga died of it. Yet, none of them got a smeared reputation for their sexual escapades.
Lucrezia herself died of childbirth at only 39, after having been subjected to no less than 8 pregnancies from her syphilitic husband, and the last proved to be a death sentence. Thus ended Lucrezia's life, a woman who tried to manage her life with grace and dignity, who stumbled along the way as we all do, and who was mistreated and maligned because of her family and for being a woman.
Era il libro della lettura condivisa di aprile col gruppo Thriller Storici e Dintorni. Stavolta non sono stata nei tempi del mese e ho sforato, sia per la lunghezza che per la complessità del libro e soprattutto dello stile di Maria Bellonci. Ma che libro! Conosco abbastanza bene la storia dei Borgia e la storia del periodo, con le lotte fra le varie casate italiane dell'epoca. Questo ha senz'altro facilitato seguire il filo logico-temporale degli avvenimenti. Ma la Bellonci - quella Bellonci di cui una trentina e oltre d'anni fa lessi Rinascimento privato, senza sapere chi lei fosse, ma amando alla follia quel libro -qui costruisce un libro molto complesso: un saggio storico, un racconto documentato, un'analisi e rilettura minuziosa dei carteggi dell'epoca, ma non solo dei carteggi. Anche dei biografi di Lucrezia e di tutta la famiglia Borgia, di coloro che spesso per partigianeria politica (lo spiega bene nelle note finali l'autrice) costruirono la loro "leggenda nera" fatta di veleni, incesti, figli misteriosi. Nella prima parte la figura di Lucrezia esce allo scoperto a poco a poco, si parla dell'ascesa al soglio pontificio di suo padre Rodrigo, che diventerà papa Alessandro VI, dei fratelli, dei primi matrimoni di Lucrezia e di come furono "gestiti" per favorire le ambizioni politiche familiari. E' stata per me la parte più faticosa, e un po' noiosa, da leggere. Ma nella seconda parte, quando Lucrezia sposa Alfonso d'Este ed entra alla corte di Ferrara, la lettura si fa via via più avvincente. Emerge in tutto il suo splendore la figura luminosa di Lucrezia, amante delle belle arti, innamorata della vita, bellissima, magnetica, sempre alla ricerca dell'espressione più profonda dei propri sentimenti. La Bellonci ricostruisce i suoi amori con pagine spesso intrise di profondo lirismo, in uno stile complesso, spesso minuzioso, involuto e arzigogolato, ma che diventa magnifico, man mano che ci si prende confidenza. Un episodio in particolare mi è rimasto impresso per come è stato raccontato: il finale con la morte di Lucrezia, una pagina di pura poesia. "...Eppure, laggiù dove lei giaceva, qualche cosa doveva ancora arrivare a toccarla: era il colore del cielo di Subiaco, e si sentiva in basso rotolare l'Aniene, mentre al riso carnoso di Vannozza seguivano, scoccati, i baci materni dall'odor di vaniglia. Era il rosso della porpora cardinalizia abbagliato e vinto dal bianco trionfale della veste pontificia, e il gran viso di Alessandro VI tutto aperto alla luce d'agosto.[...] e s'ncrociava, denso e periglioso, lo sguardo di Cesare Borgia. Roma andava vaporando in una polvere rosea, di sera, mentre la campana del Campidoglio commentava ed esaltava i fatti borgiani. Forse a questo rombo che sembra arrivare da un tempo remotissimo, da un'eternità umana, con una voce che ha tanto di magia quanto di antica incuorante serenità, i terrori finivano di sbandarsi per dar luogo ad una stanchezza lunga, filata, vicina alla pace. Era venuto il momento di non aver più paura. Lucrezia guardava in viso suo padre come al momento della loro separazione, quel nevoso mattino d'Epifania. E come allora sospirò appena, quando qualcuno disse che bisognava partire."
Italian Scholar Maria Bellonci has a huge bibliography to support her biography of Lucrezia Borgia. Interesting and educational, I would read more of her award winning work if I could find it in translation to English. Lucrezia Borgia has a reputation for criminal deals that were not revealed or supported from source materials. She is described in much more favorable terms as a devout Christian and was respectable with a few exceptions for love poetry and poets outside her marriage. Her health was affected by multiple pregnancies which eventually took her life.
Una biografia molto dettagliata e ricca di particolari sconosciuti, dietro ai quali dev'esserci stato sicuramente un immenso lavoro storiografico. Interessanti le descrizioni degli intrighi sociali e delle dinamiche familiari della famiglia borgiana. L'unico difetto è che la Bellonci a volte è poco scorrevole, alterna momenti di gran lirismo che sono godibili a momenti in cui si dilunga in pesanti digressioni che non rimangono al lettore.
Il fatto che senta a scuola le varie materie su cui poi devo semplificare per attuare il mio ruolo di prof di sostegno mi ha aiutato a finire il libro che è interessante perchè incrocia la storia della Chiesa, i comuni, la vita degli artisti e dei prepotenti. Una donna che deve essenzialmente procreare non ha una vita normale e deviazioni penso siano sempre in agguato. Molto più difficile accettare, oggi, le azioni dei Borgia masculi!
It is not surprising that Phoenix Press chose to republish this 1953 biography of Lucrezia Borgia, as, whilst undoubtedly new information will have come to light since then, this biography by Maria Bellonci succeeds in breathing life into her subject matter. Lucrezia's circumstances are described in detail along with her preferences; for instance, in terms of her religious commitments, her choices in terms of her duties when Duchess of Ferrara and her favourite pastimes and mode of dress. We are given insights through the use of Lucrezia's correspondence (some of it coded) and the letters of those who knew her, as well as through references to her in poetry. It is notable that she often interceded on behalf of others and offered practical and financial assistance. In a time and place when plague, war, or assassination were frequent threats, Lucrezia survived - only to die, aged 39, after childbirth.
In questo libro scopriamo un nuovo volto di Lucrezia Borgia che abbatte il modo in cui siamo abituati a pensarla. Una donna sola e piena di malinconie, cupa e indecifrabile. Una figura storica ambigua ma allo stesso tempo forte e sentimentale. Una donna sola, sempre alla ricerca di quel qualcosa che non la isolasse dal mondo in cui fu costretta a vivere.
Biografia del 1939 sull vita di Lucrezia Borgia che dissipa tutte le ombre di assassinio e dissolutezza. Il racconto si sviluppa tra i maggiori centri del potere e della cultura nell’Italia di fine XV secolo, presentando tutti i più importanti protagonisti della politica, religione e cultura. Un affresco dettagliatissimo in cui la figura di Lucrezia, con i suoi broccati morelli listati d’oro, si perde e si appiattisce. Forse in fondo Lucrezia era semplicemente una donna ritrovatasi in un contesto in cui ha potuto solamente sopravvivere, senza riuscire a guidare e gestire gli eventi come riuscì a sua cognata Isabelle d’Este.
Viene definitivamente smontato il mito di Lucrezia Borgia demoniaca avvelenatrice, in questa ricostruzione minuziosa della vita della figlia di papa Alessandro VI: una biografia – in realtà – collettiva, che indaga con l’occhio dello storico e dell’erudito tutti i numerosi membri della famiglia Borgia, tanto ramificata, e delle parentele costruite e sciolte ora con filologica perizia diplomatica ora con metodi più discutibili, drastici e disinvolti. Lucrezia dunque spesso non appare in primo piano, soverchiata da personalità schiaccianti come quella paterna e fraterna (il controverso, ferino Valentino, responsabile di efferatezze eppure amatissimo) e della cognata Isabella d’Este. Tre matrimoni, parti (molteplici e per lo più infelici), infatuazioni, amori, ricchezze e sperperi, enumerati con dovizia di particolari, provenienti da tutte le fonti disponibili: un lavoro immane, la cui parte più interessante è quella di apertura, dove si chiariscono le intricate dinamiche politiche del primo Cinquecento.
Una bellissima biografia che ci restituisce il ritratto di una delle figure forse più ingiustamente maltrattate della nostra storia (e davvero, no! Basta con Lucrezia come “quella che avvelenava la gente”). La Bellonci, trasportandoci in un viaggio tra Roma e Ferrara, ricrea con abilità l’affresco completo di un’epoca attraverso la vita della protagonista e della famiglia Borgia, toccando i più importanti personaggi suoi contemporanei e gli avvenimenti che hanno contribuito a plasmare il nostro paese tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo. Lo stile è ricercato, molto ricco e particolareggiato e, per questo, ammetto che mi ci è voluto un po’ più tempo del solito per terminare la lettura, ma ne è valsa la pena per ogni singola pagina. Se non mi credete godetevi la bellezza straziante di questo addio sotto la neve alla città di Roma:
“Risaliva ora verso il nord, lei adoratrice del sole, dei giardini, delle gaie feste fiorite; lei che non conosceva l’odore della nebbia, lasciava l’oro maturo del sole di Roma per il grigio tutto pause metafisiche del cielo di Ferrara. Nel silenzio nevoso le voci cadevano senza sonorità a terra, e pareva inutile cercare di sollevarle in un accento di trionfo. La città dolce e torbida, opulenta e miserevole, taceva, era ferma, non veniva a salutarla, non aveva nemmeno più il volto che ella conosceva, si rifiutava alle sue domande e al suo sguardo con il pudore ostile delle cose contro chi le abbandona. Quella che passava non era più la figlia del papa, Lucrezia Borgia, ma la duchessa di Ferrara, sconosciuta nata ora, straniera che si doveva guardare senza rivelarle nulla, chiudendo nei muri perfino le connessure dei mattoni. Già Roma e Lucrezia non si riconoscevano più.”
Only 2 Stars for Lucrezia Borgia. A disappointing book although it had some good parts. The first 200 pages were mainly about the Borgia family, Alexander VI and his family/clan. Lucrezia barely shows up except to get married off twice. The last part of the book has more on her third marriage and life as Duchess of Ferrara but, again, much of the discussion is on the wars and what happened after Alexander VI died. The parts about Lucrezia are mostly what she wore, the wedding decorations, jewels, etc. Really boring. I think the author did a disservice to Lucrezia, she paints her as shallow in many areas. I was also annoyed at how the author "imagined" Lucrezia feeling and emotions at various events. The picture of life in the 15th Century is pretty rough. The viciousness of life in Italy at the time was pronounced and I did enjoy reading about it.
One of my all time heroines..... A completely misunderstood woman who is now undergoing something of a renaissance, but she's been my heroine since I was 10 years old...... A Pope's illegitimate daughter, married 3 times, a businesswoman & patron of arts.....also accused of incest, witchcraft, adultery and murder....all by men. Wonderful book.
La storia è stata ingiusta con molti personaggi suoi protagonisti. Con Lucrezia Borgia lo è stata ancora di più. Forse perché donna, ha pagato per i peccati suoi e di tutta la gente che la circondava.
Un bel ritratto romanzato di Maria Bellonci, con un linguaggio forse un po' desueto, ma è un libro scritto abbastanza in là nel tempo da capirne la scrittura barocca.
Che cosa infastidisce alla lunga? (un po' va bene, ma poi basta)
le lunghe descrizioni di abiti e di gioielli le lunghe congetture sui sentimenti di Lucrezia le considerazioni nazionalistiche o regionalistiche ("da vero napoletano", "da vero spagnolo", "da vero francese"...) il popolo che è sempre compatto a stringersi intorno ai suoi Estensi a Ferrara o a festeggiare il suo papa a Roma...
Di una scorrevolezza magnifica, un ritratto di una donna mal compresa, mal giudicata ed odiata perché donna. Una storia bellissima, piena di fonti attendibili ma sempre molto curata. Da grande amante dei saggi storici l’ho trovato veramente stupendo.
La biografia quanto più vicina alla realtà scritta con grande umanità e delicatezza: una donna padrona del gioco politico? o una donna vittima dello stesso?
Appena pochi giorni fa, rivedendo ‘Chi ha incastrato Roger Rabbit‘, riascoltavo la celebre battuta “Non sono cattiva, è che mi disegnano così“, pronunciata da Jessica Rabbit per difendersi dai sospetti e dalle maldicenze attiratile dal suo charme di femme fatale. Nessun’altra frase potrebbe riassumere meglio il destino di Lucrezia Borgia (1480-1519), donna la cui memoria è stata scritta nell’immaginario collettivo con l’inchiostro indelebile della misoginia. Non si può spiegare altrimenti il motivo per cui ella è divenuta in assoluto la componente più famigerata della sua famiglia; genìa di ribaldi, truffatori, assassini, traditori. A soddisfare la prurigine del pubblico, valgono decisamente più il fratello Cesare e il padre Rodrigo (alias papa Alessandro VI): l’uno bestia assetata di sangue, l’altro pontefice intrigante e sciupafemmine. Per non parlare di altri fratelli pittoreschi e mariti presi dall’almanacco della stramberia. Lucrezia è stata la Borgia più normale: donna mite ed elegante, ha avuto tre mariti perché le sono stati imposti dall’alto e non certo per problemi di ninfomania, cinque figli (di cui uno forse non suo..) allevati con amore e, forse, ma proprio forse, un paio di amoruzzi. Su questi ultimi non v’è peraltro certezza, ma se anche non fossero stati solo platonici andrebbe riconosciuto a Lucrezia almeno il buon gusto di essersi scelta due uomini di cultura come Pietro Bembo ed Ercole Strozzi, cosa ben diversa rispetto alle olgettine frequentate dagli uomini a lei vicini.
E tuttavia la Maria BellonciBorgia è passata alla storia come il simbolo della malvagità femminile, una Salomé promiscua, vendicativa, avvelenatrice, mangiauomini. Il sogno segreto e inconfessabile di molti uomini. C’è una vasta letteratura a confermare quest’immagine: Dumas padre, Hugo, Donizetti fra le versioni più note. Ma su cosa si basa, in effetti? Solo su pettegolezzi, non su fonti concrete. Una sola pasquinata di autore anonimo è bastata ad affermare la leggenda del rapporto incestuoso tra figlia e padre, o tra sorella e fratello. Tante e simili sciocchezze e informazioni dubbie sono state accettate con facilità solo ed esclusivamente perché Lucrezia era una donna.
‘Lucrezia Borgia‘ di Maria Bellonci è un testo fondamentale per chiunque si interessi all’argomento. Opera prima della scrittrice, al tempo della pubblicazione (1939) destò un consenso unanime di critica e di pubblico e non sarebbe potuto avvenire diversamente: si tratta di una biografia monumentale non tanto per la mole – più di 600 pp. – quanto per il lavoro che vi è stato dedicato. Attraverso una ricerca pluriennale, con la scoperta e la consultazione di un impressionante numero di documenti ignoti agli storiografi di professione, Bellonci ricostruisce la storia di Lucrezia ridiscutendo e smontando punto per punto tutti i falsi miti di cui sopra e restituendo un ritratto credibile ma non meno appassionante, in cui possiamo leggere la vita di una dama, di una famiglia e di un importante pezzo della nostra storia.
La Lucrezia Borgia che emerge dalle carte è decisamente diversa da quella delle voci. Non manipolatrice di uomini, ma donna-oggetto, benedetta e dannata dal fatto di essere la figlia di un papa. Vittima della smania di potere della sua famiglia ma in primo luogo di sé stessa, incapace di vedere il male che la circondava. Nata e cresciuta in un singolare privilegio, essa non ha avuto la possibilità di compiersi appieno e non ne conoscerà mai la necessità, poiché sarà proprio la sua indefinitezza caratteriale a far girare la testa a tutti gli uomini. Compresi quelli abituati a far saltare le teste altrui.
Il difetto di quest’opera di grande valore è purtroppo la leggibilità. Il lettore dovrà già dalle prime pagine scontrarsi con uno stile tortuoso, ostile. In parte, è vero, bisogna considerare la data di pubblicazione e gli usi del tempo, ma non credo di offendere nessuno parlando, in certe situazioni, anche di una brutta scrittura. L’uso scriteriato della punteggiatura, i periodi troppo lunghi e l’uso smodato di congiuntivi e gerundi non possono infatti essere considerati alla stregua di vezzi stilistici. A lungo andare ci si abitua a questo inconveniente, ma condivido la stizza di chi si è fermato prima di poterlo fare. Un peccato orribile, è l’unica ragione per cui metto 8 e non 10 a questo libro. A ogni modo, ci vuole del coraggio per scrivere una nuova biografia su Lucrezia Borgia quando si è conosciuto quella di Maria Bellonci.